Anno/Durata: | 2021, 65’ (prima italiana) |
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Regia e coreografia: | Botis Seva |
Danzatori: | Far From The Norm - Rory Clarke, Shangomola Edunjobi, Larissa Koopman, Joshua Nash, Joshua Shanny-Wynter, Victoria Shulungu, Naïma Souhaïr |
Disegno luci: | Tom Visser |
Costumi: | Ryan Dawson Laight |
Musica: | Torben Sylvest |
Fonico di missaggio: | Pär Carlsson |
Produzione esecutiva: | Lee Griffiths |
Gestione di produzione: | Andy Downie |
Gestione di produzione tournée: | Andrej Gubanov, Chriss Burr |
Tour & marketing manager: | Siân Gilling |
Direzione prove: | Hayleigh Sellors |
Direzione prove ricerca e sviluppo: | Ekin Bernay |
Con il contributo artistico di: | Charlotte Clark, Clarissa Shulungu, Ezra Owen, Isaac Ouro-Gnao, Jordan Douglas, Savanah Anais Rowe, Shiloh Seva, Tyrone Isaac-Stuart |
Produzione: | Far From The Norm, Norrlandsoperan, Sadler’s Wells (London) |
Con il supporto di: | Arts Council England, Kingston University, Laban Theatre, Siobhan Davies Studios, Dance: Urban Practice department - University of East London |
Botis Seva / Far From The Norm - BLKDOG
Descrizione
Dalla controcultura giovanile della musica rap, dei graffiti e della breakdance nasce il movimento hip hop, che a metà degli anni ‘80 dai ghetti delle metropoli americane si diffonde in Europa imponendosi come nuova sensibilità, capace di strutturarsi in coreografia e di interrogare con forza la danza contemporanea, ospitata nei festival e nei teatri, con competizioni e appuntamenti dedicati. Il mondo dell’hip hop e dei suoi giovani interpreti raccolti in gruppi multietnici si fa portavoce di una world dance carica di un pensiero radicale, rivendicazioni egalitarie e valori solidaristici. Da street dancer gli hip hopper diventano professionisti di quella che ormai è considerata una branca della danza contemporanea. Da allora la sfida per l’hip hop è di essere riconosciuto come forma d’arte senza perdere di vista le motivazioni sociali, politiche, razziali da cui è sorto. Così Botis Seva, figura di spicco della nuova generazione, sempre teso a reinventare questa disciplina insieme alla comunità di artisti - Far from the Norm – che ha fondato a 19 anni, arriva per la prima volta in Italia con Blkdog, uno spettacolo “very black, very street, intensely theatrical and totally entrancing” (molto nero, molto street, fortemente teatrale e assolutamente avvincente). Cresciuto attorno a un originario nucleo di 25 minuti, già premiato con un Olivier Award nel 2019, Blkdog raggiunge la sua versione definitiva nel corso di un lungo lavoro che attraversa varie fasi, in cui gli eventi tragici di quegli anni - l’assassinio di Ahmaud Arbery, quello di George Floyd, il movimento Black Lives Matter, ma anche l’incendio di Grenfell Tower e lo stesso Covid – incidono sulla rivisitazione dell’opera. Originariamente ispirato al libro Shoot The Damn Dog di Sally Brampton e a un senso personale di perdita e sofferenza, Blkdog allarga il suo sguardo sul mondo e diventa uno spettacolo dai forti contenuti. Non lasciano adito a dubbi i sette danzatori incappucciati nelle loro felpe, avvolti da una nebbia che ne scontorna i profili, mentre un soffitto basso preme su di loro, prima di sollevarsi lentamente e liberare le loro energie ai suoni martellanti, cupi e inquietanti, del producer e musicista Torben Lars Sylvest. Uno spettacolo non per “cambiare il mondo” ma per trasportare lo spettatore in un mondo “in cui sia costretto a confrontarsi con il passato (scomodo) che cerca di tacere” (B. Seva).