fbpx Biennale Architettura 2025 | Intervento di Carlo Ratti
La Biennale di Venezia

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Intervento di

Carlo Ratti

Curatore della 19. Mostra Internazionale di Architettura

Intelligens
Naturale. Artificiale. Collettiva.

1. Titolo

I titoli delle Mostre Internazionali di Architettura sono solitamente annunciati sia in inglese che in italiano. Nel 2025, il titolo sarà invece condensato in un'unica parola per entrambe le lingue, invocando la comune origine latina: Intelligens.

Da intelligens deriva il moderno “intelligenza”, ma la scelta del titolo indica anche un’espansione delle associazioni di significato. Tradotta a parte, la sillaba finale, “gens”, significa “gente, persone”: da qui emerge un’immaginaria radice alternativa, che suggerisce un futuro dell'intelligenza più multiplo e inclusivo, che sfugga ai limiti eccessivi dell’odierna focalizzazione sull’I.A.

2. Statement

La 19. Mostra Internazionale di Architettura sarà dedicata all'ambiente costruito e alle numerose discipline che gli danno forma. L'architettura è al centro di esse, ma non da sola: fa parte di una compagine estesa che deve integrare arte, ingegneria, biologia, scienza dei dati, scienze sociali e politiche, scienze planetarie e altre discipline, collegando ciascuna di esse alla materialità dello spazio urbano.

L'ambiente costruito è tra i maggiori responsabili delle emissioni atmosferiche. In questo senso, all’architettura si può imputare gran parte del degrado ambientale del nostro pianeta. Di fronte all’accelerazione della crisi climatica, dobbiamo rassegnarci a questo ruolo, o siamo ancora in grado di offrire soluzioni, sostanziali e non cosmetiche, efficaci e rapide da realizzare?

La Mostra proverà a tracciare nuove rotte per il futuro, suggerendo un ventaglio di soluzioni ai problemi più pressanti del presente. Metterà insieme una raccolta di proposte progettuali sperimentali, ispirate da una definizione di "intelligenza" quale capacità di adattarsi all'ambiente a partire da un bagaglio di risorse, conoscenze o potere limitati.

Oggetti, edifici e piani urbani saranno disposti lungo l'asse di un'intelligenza multipla e diffusa - naturale, artificiale, collettiva. Alcune idee saranno destinate a fallire. Ma altre potranno indicarci percorsi promettenti.

La Mostra immagina gli architetti come "agenti mutàgeni", capaci di innescare processi evolutivi e dirigerli in nuove direzioni. Imparando da molteplici discipline scientifiche, e avanzando per prova ed errore, questa mostra punta ad accelerare la trasformazione del presente, alla ricerca di futuri migliori.

3. Sezioni

INTRO. È ben noto quanto Venezia sia vulnerabile di fronte alla crisi climatica. Tuttavia, la città ci mostra anche qualcosa di diverso: la pratica di diverse forme di intelligenza. I cicli delle maree scandagliano ogni giorno i canali di Venezia, fornendo un rimedio naturale al problema dell’igiene urbana. L'energia elettromeccanica del MOSE (Modulo sperimentale elettromeccanico) protegge la laguna dall’innalzamento del livello del mare attraverso un sistema tecnico ingegnoso - seppure non destinato a durare per sempre. Tramite azioni coordinate, l’intelligenza collettiva dei cittadini ha consentito di elaborare soluzioni abitative innovative. Per secoli, in molti si sono interrogati su come salvare Venezia. E se invece fosse Venezia a offrire possibili ricette di salvezza?

 

INTELLIGENZA NATURALE. L'architettura, la cui funzione originaria è quella di riparare gli esseri umani dagli elementi naturali, si affida oggi alla natura per riorientare la propria azione. Riportare la vegetazione nel cuore delle nostre città è uno dei modi più efficaci per combattere le temperature estreme. I materiali organici sono in grado di immagazzinare carbonio e al contempo evitare ulteriori emissioni attraverso l'isolamento. La biomimetica ci ricorda che i progetti migliori sono il prodotto di milioni di anni di evoluzione. Saremo un giorno in grado di progettare un edificio che sia intelligente come un albero?

 

INTELLIGENZA ARTIFICIALE. Vaste reti di connessioni e sensori collegano le nostre metropoli, creando un'infrastruttura digitale che abbraccia l'intero pianeta. Nonostante il loro consumo energetico, queste tecnologie possono essere utilizzate per mitigare l'impatto ambientale dello sviluppo urbano. Grazie a cicli di feedback in tempo reale, l’ambiente costruito sta iniziando a rispondere come un organismo vivente. Al contempo, l'intelligenza artificiale potrebbe scardinare il ruolo tradizionale degli architetti. Come cambierà la professione quando i modelli generativi saranno in grado di produrre dettagli costruttivi a partire da un semplice input testuale?

 

INTELLIGENZA COLLETTIVA. Fin dalla preistoria, l'architettura senza architetti è stata in grado di elaborare soluzioni sostenibili in risposta alla pressione dell'ambiente. Dalle Machiya di Kyoto alle abitazioni rupestri dei Dogon sull'altopiano di Bandiagara, e dai Trulli di Alberobello fino alla vasta gamma di insediamenti catalogati come "informali" che ancora oggi sono i principali motori della crescita urbana, l'intelligenza collettiva ci parla di adattamento: lavorare con la natura, non contro di essa. Come possiamo raccordare il vecchio e il nuovo per sfruttare le infinite possibilità dell'intelligenza collettiva?

 

FINE. E se invece fosse già troppo tardi per frenare l'accelerazione della crisi climatica? E se fosse impossibile, per salvare la nostra specie, continuare ad abitare la superficie della Terra? Una potenziale via d’uscita potrebbe trovarsi al di là del nostro attuale raggio d’azione: nelle illimitate distese dello spazio, in un futuro interstellare popolato da visioni di geoingegneria, nelle abitazioni stampate in 3D, nelle reti di satelliti e stazioni spaziali orbitanti. Osservando il nostro pianeta da lontano, potremmo riflettere sul debito che conserviamo nei suoi confronti. Ma l’esplorazione dello spazio è davvero la frontiera ultima della nostra intelligenza? O rappresenta piuttosto una distrazione dalla vera sfida - quella di risolvere i nostri problemi sulla terra?

4. Metodologia

TRANSDISCIPLINARITÀ. I progetti architettonici promuoveranno collaborazioni tra professionisti diversi, con l'obiettivo, ovunque possibile, di far progredire la conoscenza scientifica.

LABORATORIO VIVENTE. Nel 2025, il Padiglione Centrale ai Giardini sarà in fase di ristrutturazione. Pertanto, verrà sostituito da una serie di progetti speciali capaci di trasformare porzioni di Venezia e le aree esterne delle sedi di mostra della Biennale in Living Lab - laboratori viventi, dove far convergere forme di intelligenza molteplici.

RACCOLTA DI IDEE. Adottare un approccio collaborativo alla progettazione è fondamentale, a maggior ragione in un momento di crisi. Il 7 maggio 2024 il sito della Biennale apre uno spazio per la raccolta di idee per ampliare l'eterogeneità di voci, visioni e suggerimenti.

PROTOCOLLO DI CIRCOLARITÀ. La Mostra si propone di raggiungere obiettivi di circolarità particolarmente ambiziosi. Tramite l’elaborazione di un Manifesto della Circolarità, verranno definite precise linee guida, delineando un nuovo standard per future eventi culturali.

5. Partecipazioni nazionali

Traendo ispirazione dall’esperienza di successo della 14. Mostra Internazionale di Architettura (2014), puntiamo a reintrodurre tra i Padiglioni Nazionali un grado di coordinamento e coerenza con il tema della Mostra Internazionale principale.

Incoraggiamo i Paesi partecipanti ad affrontare il tema comune "Un luogo, una soluzione", per mettere in luce in quali modi l’ingegno umano possa fornire risposte alla sfida chiave del nostro tempo: una sfida che può essere affrontata soltanto in modo collaborativo, mediante una pluralità di approcci diversi.

In tutto il mondo, città e territori stanno rapidamente evolvendo in risposta ai cambiamenti climatici. Costrette a fronteggiare problemi urgenti - innalzamento dei livelli del mare, isole di calore urbane, eventi meteorologici estremi, fino alla protezione delle popolazioni più vulnerabili - le comunità locali in giro per il mondo si posizionano oggi all'avanguardia nei processi di innovazione nell'ambiente costruito.

Le soluzioni prodotte sono altamente specifiche nei modi in cui celebrano bellezze naturali o tradizioni locali. Allo stesso tempo, esse offrono spunti e lezioni che possono essere trasferiti in molti altri luoghi. Invitiamo tutti i Paesi a condividere casi di successo: insieme, essi andranno a comporre una “cassetta degli attrezzi” per un futuro migliore.

6. Conclusioni

INTELLIGENS vuole sviluppare conoscenze e capacità che ci aiutino a evolvere, per non lasciarci in balia di un pianeta in fiamme. INTELLIGENS si ispira ai processi naturali: milioni di anni di costruzione, distruzione, riciclo - evoluzione per prova ed errore. INTELLIGENS propone un repertorio di soluzioni nuove, pronte per essere prototipate e testate – poco importa se alcune saranno destinate a fallire.

INTELLIGENS unisce campi opposti in architettura: "città intelligenti" ad alta tecnologia e "città naturali" a bassa tecnologia; scavalca i confini disciplinari, dando vita a un'ibrida forma di “architettura oltre gli architetti”; intreccia scale diverse: dal cucchiaio alla città, dai microprocessori allo spazio interstellare; abbraccia il naturale e l'artificiale, promettendo un futuro di co-evoluzione tra mondi a lungo in conflitto; si sprigiona da attori imprevisti: operando sotto traccia, l'intelligenza sconvolge le regole del gioco quando meno lo si aspetta.

Infine, ci sono i fallimenti di INTELLIGENS: da studiare, onorare e scongiurare.

7. Post-scriptum

Dedichiamo il nostro lavoro dei prossimi mesi a Italo Rota (1953-2024). Avevamo iniziato insieme questa avventura e continueremo a portare avanti le sue idee.

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